L’Italia introdurrà un visto per i nomadi digitali
Seguendo le orme di un numero crescente di paesi, anche l’Italia lo èintenzione di introdurreun nuovo visto per attrarre professionisti in viaggio da remoto, noti come nomadi digitali.
La mossafa parte diuna serie di misure economiche recentemente adottate dal governo italiano per aiutare l’economia a riprendersi più rapidamente dagli effetti della pandemia di coronavirus.
Molti cittadini extracomunitari possono rimanere in Italia fino a 90 giorni senza visto, ma chi vuole lavorarci legalmente deve richiedere un visto e un permesso di lavoro.
Il nuovo regime mira a facilitare l’ottenimento dei visti per i professionistichi può esibirsi“attività lavorative altamente qualificate attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentano di lavorare a distanza, in autonomia, ovvero per azienda che non abbia sede nel territorio dello Stato italiano”.
Il piano propostoaggiungeun nuovo comma all'articolo 27 del testo unico sull'immigrazione.
"Siamo contenti di aver approvato la proposta, ma siamo anche consapevoli dei prossimi passi. Il governo deve lavorare su un nuovo disegno di legge per attuare la legge, definendo tutte le procedure e i dettagli", dice Luca Carabetta, deputato del Movimento Cinque Stelle, sostenitore del visto per nomadi digitali.dettoIl locale.
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Ha aggiunto che stanno lavorando con il Ministero degli Affari Esteri sulla questione e ha espresso la fiducia che guideranno il processo.
Secondo il deputato, l’approvazione consente “l’istituzione di un visto e permesso dedicato della durata di un anno, prorogabile per un ulteriore anno ed estensibile al nucleo familiare del lavoratore a distanza”.
Quali sono i requisiti?
Non è ancora chiaro quali requisiti specifici debbano essere soddisfatti per ottenere il visto per nomade digitale italiano.
Tuttavia, Carabetta ha affermato che i requisiti generali includono “la disponibilità di un alloggio adeguato, un reddito ragionevole, un’assicurazione sanitaria e una fedina penale pulita”.
Un altro requisitoannunciato finoraè che la persona deve rispettare le norme fiscali e tributarie che si applicano agli altri lavoratori con sede in Italia.
The business newspaper Il Sole 24 Orerapportiche la categoria dei “lavoratori altamente qualificati” comprende tutti “dai professori universitari ai dipendenti del circo, ai marittimi e agli infermieri professionali”.
Riferisce inoltre che questi professionisti non saranno soggetti alle restrizioni sul numero massimo di permessi di lavoro rilasciati ogni anno, note come quote di lavoratori stranieri. Ma «il loro ingresso è comunque subordinato al rilascio di un permesso di lavoro che dovrà essere richiesto dal datore di lavoro».
Investimento da 1 miliardo di euro
Secondo SchengenVisaInfo, il governo italiano ha recentemente annunciato l’intenzione di investire 1 miliardo di euro per attirare i nomadi digitali nei villaggi del Paese.
L'iniziativamira atrasformare circa 2.000 “città fantasma” in destinazioni attraenti per i lavoratori a distanza che viaggiano lentamente, il cui numero sta crescendo rapidamente grazie all’aumento del lavoro a distanza a seguito del COVID -19.
Fino all’introduzione ufficiale della proposta di visto per nomadi digitali, ci sono altre opzioni di visto che i lavoratori a distanza extra-UE che desiderano lavorare dall’Italia possono richiedere.
Questi includono il visto per lavoro autonomo, la Carta Blu UE e il visto intraaziendale. Puoi saperne di più su questi programmi di vistoQui.
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